Da alcuni anni è presente sul mercato una calce idraulica naturale, conosciuta anche come calce romana o Bio-E, che ha tutte le carte in regola per essere annoverata tra i prodotti di base della bioedilizia. Può essere impiegata sia
nella malta di allettamento che nella malta per intonaco ed è composta, dal punto di vista mineralogico, da silicato di calcio e da silicato bicalcico.
E’ ottenuta con una cottura in forno ad una temperatura intorno ai 1200 °C di pietre estratte da una cava di un’antica miniera che si trova nel Trentino. Dalla cava si estrae una marna composta da carbonato di calcio e argilla e, dopo la
cottura, le pietre vengono selezionate e successivamente sottoposte a idratazione, cioè opportunamente trattate con acqua per un tempo attentamente valutato, sino a quando, lentamente, si disgregano e giungono a
maturazione. Dopo essere state macinate, le pietre sono quindi miscelate con pozzolana tritata, in modo da conferire una maggior resistenza alla malta.
Le catteristiche di questa calce l’hanno fatta paragonare alla calce romana, l’opus cementitium, che ha superato prove millenarie. Garantisce la tipica traspirabilità della calce e raggiunge una resistenza ottimale in un processo lento ma costante nel tempo.