L’uomo preistorico conosceva già il lino con cui fabbricava tuniche e reti per la pesca, mentre in Egitto bende di lino erano utilizzate per avvolgere le mummie.
L’utilizzo delle fibre di lino ha avuto larga diffusione in tutte le epoche sia in Europa che in Asia.
Per ottenere il cosiddetto “tiglio” o fibra, i fusti di Lino sono estirpati, raccolti in piccoli fasci e messi ad essiccare. Si procede poi alla macerazione che avviene con la distribuzione dei fasci o mannelli sul terreno, dove subiscono l’azione alternata della pioggia, della rugiada notturna e del calore diurno, oltre all’attacco dei microrganismi.
Bagnatura ed essiccazione si susseguono ripetitivamente per alcune settimane.
La macerazione può avvenire anche tramite immersione dei fusti in piccoli bacini o corsi d’acqua o in contenitori adatti nei quali l’acqua e i microrganismi possono indurre la decomposizione del fusto.
Con la macerazione inizia la parziale decomposizione del fusto, che facilita la successiva separazione delle fibre dalla parte legnosa.